Buona domenica a tutti!!
Una nuova sfilza di parole vi attende; le mie letture, le
mie impressioni, la mia visione degli altri racconti. I più belli, i più
brutti, i più vecchi; qui, su questo blog, e nella mia mente, passa davvero di
tutto.
Oggi vi parlo di un libro letto circa un mese fa. Questo
romanzo l'ho acquistato in blocco su e-bay assieme ad altri romanzi, tutti
stampati da Urania Mondadori. Libricini all'apparenza insignificanti, bianchi,
sbiaditi, con addirittura il prezzo in lire!! 900 lire!! E devo dire che il
profumo della carta invecchiata è davvero piacevole.
Ma non giriamoci attorno!!
Il romanzo in questione è:
Le fontane del paradiso di Sir Arthur
C. Clarke.
Devo dire che questo romanzo mi ha lasciato un buon gusto in
bocca. Alcune parti non sono molto chiare; forse il modo di scrivere una volta,
forse il fatto che le pagine sono divise in due colonne.
Arthur parla di un'isola equatoriale chiamata Taprobane,
abitata da un antico ordine di monaci buddhisti. Arthur racconta del passato di
quest'isola magnifica, ma soprattutto parla e mischia le avventure del Re
Kalidas - leggende più che altro - e del
progetto che assilla il personaggio principale: Vannevar Morgan.
Morgan è un ingegnere di fama mondiale, creatore del ponte
di Gibilterra, uomo dalle idee geniali e affetto, secondo me, da un pizzico di
pazzia. E difatti la "pazzia", o comunque i suoi sogni, lo portano a
Taprobane, luogo adatto per realizzare il suono nuovissimo ascensore spaziale.
L'ascensore, sostenuto da cavi fatti di una materia resistente, dovrà ospitare
una sorta di capsula, in grado di salire fino alla più grande stazione spaziale
di tutti i tempi.
Il romanzo quindi si snoda fra lo studio e la costruzione di
questo grandissimo progetto, fra le insicurezze di Morgan e i suoi studi per
realizzare questo progetto spettacolare.
A mio parere, se si guarda bene, Le fontane del paradiso è
un romanzo molto simile a Limit di Frank Shatzing. Che caso! Infondo, anche Frank parla di un
ascensore spaziale in grado di portare gli uomini sulla luna. Parla di capsule,
di isole galleggianti sull'equatore e grandi imprese, come ad esempio un hotel
sulla luna. Sarà un caso? Ma...
Fatto sta che, questo romanzo, mi ha lasciato solo perplesso
nel finale; questo, viene ambientato centinaia di anni dopo, quando gli alieni
arrivano sulla terra.
E' impressionante, comunque, che un uomo come Clarke, in
quegli anni, scrivesse di queste tecnologie.
Un visionario! La maggior parte di questi grandi scrittori
lo sono, basti pensare a Philip K. Dick, a Asimov e a tutti quegli scrittori
che, negli anni della guerra e del dopo guerra, scrissero di visioni spaziali,
alieni, capsule volanti e auto che fluttuano nell'aria.
E per concludere dico solo questo: il futuro, cioè il nostro
presente, era già stato scritto da questi grandi scrittori...
L'autore

--- La Divina Invasione ---
Bell'articolo. Mi hai convinto a cercare il libro e leggerlo :D
RispondiEliminasono contento! se ti va unisciti al blog!!
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